Libro 20 domande sul digiuno secco –
Sergej Filonov
Vera Bani

(spedizione per l’italia gratis)

 

Questo libro si presenta come un compendio della monografia di Sergej Filonov Digiuno secco: gli ultimi sviluppi della digiunoterapia in Russia, uscita in lingua italiana nel 2017 a cura di Vera Giovanna Bani.

Il lettore incuriosito scoprirà qui, esposti in forma di domande e esaurienti risposte, gli aspetti più importanti di questo approccio terapeutico:
• i fondamenti scientifici e la ricerca sviluppatasi in URSS e Russia;
• in presenza di quali patologie è consigliabile ricorrere al digiuno secco;
• i meccanismi che il digiuno secco innesca nell’organismo;
• i vantaggi del digiuno secco rispetto agli altri tipi di digiuno;
• l’algoritmo per una corretta pratica di digiuno secco in condizioni domestiche;
• gli argomenti avanzati dal dr. Filonov al fine di smentire i pregiudizi e i luoghi comuni diffusi sul digiuno.

 

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DESCRIZIONE:

Il libro “20 domande sul digiuno secco” di Sergej Filonov e Vera Bani si presenta come un compendio della monografia Digiuno secco: gli ultimi sviluppi della digiunoterapia in Russia (2017), che raccoglie i saggi del massimo esperto mondiale di digiuno secco, il dr. Sergej Filonov.
Il lettore incuriosito scoprirà qui, esposti in forma di domande e esaurienti risposte, gli aspetti più importanti di questo approccio terapeutico:

•    i fondamenti scientifici e la ricerca sviluppatasi in URSS e Russia;
•    in presenza di quali patologie è consigliabile ricorrere al digiuno secco;
•    i meccanismi che il digiuno secco innesca nell’organismo;
•    i vantaggi del digiuno secco rispetto agli altri tipi di digiuno;
•    l’algoritmo per una corretta pratica di digiuno secco in condizioni domestiche;
•    gli argomenti avanzati dal dr. Filonov al fine di smentire i pregiudizi e i luoghi comuni diffusi sul digiuno.

L’efficacia del digiuno secco nella lotta contro gravi malattie dipende dal fatto che esso permette all’organismo di sviluppare in breve tempo nei fluidi corporei le più alte concentrazioni di sostanze biologicamente attive: ormoni, cellule immunocompetenti, immunoglobuline e anticorpi. Rispetto al digiuno idrico quello secco risulta inoltre più valido perché accelera i meccanismi di depurazione e perché si giova di un processo diverso e più radicale: senza acqua esterna, esogena, non ha luogo alcuna “lavatura” delle tossine ma piuttosto un processo di bruciatura delle tossine “nella propria fornace”. Ogni singola cellula innesca una reazione termica. In tali circostanze muoiono le cellule patologiche e sopravvivono le cellule più forti, le più sane, ed esse, per sopravvivere a tali estreme condizioni, sono costrette a sintetizzare acqua endogena, di qualità eccellente e purissima, priva delle informazioni portate nel nostro corpo dall’ambiente esterno. Meccanismi simili non avvengono in alcuno degli altri tipi di digiuno praticati a fine terapeutico.
Studiato e diffuso unicamente in Russia, il metodo del digiuno secco sta progressivamente conquistando l’interesse del pubblico occidentale e italiano in particolare grazie alla menzionata monografia, che ha il pregio di essere il primo testo in lingua non russa dedicato all’argomento.

Indice del libro “20 domande sul digiuno secco” di Sergej Filonov

 

Storia della divulgazione del digiuno secco in URSS-Russia

Il lavoro di ricerca sulle proprietà curative del digiuno secco fu iniziato in URSS negli anni ’80. A quel tempo, il metodo del digiuno umido aveva già un suo fondamento solido e stabile nella pratica medica. A Mosca, Leningrado e in molte altre città dell‘ URSS, lavoravano team di medici esperti che da tempo applicavano con successo questo metodo per trattare un’ampia gamma di patologie. Erano tutti studenti del professor Jurij Nikolaev, il fondatore della scuola sovietica di digiuno terapeutico, la RDT (Razgruzočno-dietičeskaja terapija).

Jurij Nikolaev (1905-1998), psichiatra di professione, arrivò ad apprezzare il digiuno come metodo terapeutico negli anni ’50, mentre lavorava in un ospedale psichiatrico e si occupava di pazienti affetti da schizofrenia. Successe che un giorno, contravvenendo alla prassi consolidata, egli decise di assecondare un paziente che si rifiutava di mangiare e scoprì che tale rifiuto del cibo influenzava positivamente le condizioni del paziente. Incuriosito dalla scoperta, lo psichiatra sperimentò a lungo con altri pazienti e si convinse dell’efficacia del metodo. Nel 1960 egli presentò la sua tesi di dottorato dedicata agli effetti del digiuno umido sui pazienti affetti da schizofrenia e in seguito continuò ad approfondire l’argomento, estendendo l’applicazione del digiuno anche al trattamento di altre malattie.

Grazie al suo entusiasmo, ai numerosi riscontri e ai risultati positivi ottenuti da lui e dalla sua équipe di specialisti, gli riuscì di coinvolgere e addirittura affascinare la comunità medico-scientifica del tempo fino ad ottenere il preziosissimo supporto dal Ministero della Salute dell’URSS. Il riconoscimento dell’efficacia della digiunoterapia da parte di un ente conservatore come il Ministero Sovietico della Salute diede al metodo un grande rilancio, permettendogli di raggiungere livelli superiori di divulgazione e sviluppo. Dopo tale approvazione, negli ospedali di diverse città dell’enorme paese vennero aperti reparti di digiunoterapia. A partire dal 1969 il Ministero della Salute cominciò a pubblicare periodicamente le linee guida per i medici sull’impiego del digiuno nel trattamento di malattie neuropsichiatriche, cardiovascolari, polmonari (asma bronchiale), del tratto gastrointestinale e dell’apparato locomotore (artrite reumatoide).

Medici-ricercatori iniziarono a pubblicare articoli scientifici su questi argomenti e a dedicarci tesi di dottorato. In totale, nel periodo dal 1960 al 2010, in URSS-Russia sul tema del digiuno terapeutico furono pubblicate diverse centinaia di articoli scientifici e 84 furono le tesi di laurea dedicate alle seguenti branche:
pneumologia – 19 tesi
cardiologia – 19 tesi
neurologia e psichiatria – 18 tesi
gastroenterologia – 10 tesi
fisiologia e fisiopatologia – 10 tesi
ematologia – 3 tesi
dermatologia – 2 tesi
endocrinologia – 1 tesi

Tra questi lavori ne distinguiamo due, dedicati espressamente al digiuno secco. Il primo è lo studio del dr. Valerij Zakirov datato 1990 che descrive l’applicazione del metodo del digiuno nel trattamento di pazienti con asma bronchiale associata ad altre patologie degli organi interni. Zakirov, osservò e confrontò gruppi di pazienti asmatici trattati con metodi diversi:
farmacologico (225 persone), digiuno umido (120 persone) e digiuno secco combinato a digiuno umido (30 persone. Più precisamente quest’ultimo gruppo fu fatto digiunare a secco per 3 giorni.).
Sulla base dei risultati ottenuti il ricercatore arrivò alla conclusione che il digiuno, nel trattamento dell’asma bronchiale, risultava essere un approccio più efficace rispetto a quello farmacologico tradizionale e, nella fattispecie, il digiuno secco di 3 giorni risultava meglio tollerato dai pazienti, permettendo inoltre di ridurre la durata complessiva della terapia se utilizzato in combinazione col digiuno umido.

L’autore della seconda importante tesi sul digiuno secco è il dr. Igor Evgenevič Chorošilov che nel 1994 pubblicò i risultati di un esperimento commissionatogli da uno dei dipartimenti militari statali interessato alla questione della sopravvivenza umana in assenza di cibo e liquidi. Igor Chorošilov nella sua ricerca studiò le condizioni di un gruppo di volontari (tutti medici) che accettarono di sperimentare un digiuno secco di 3 giorni condotto praticamente all’interno di una barocamera che serviva a creare un ambiente esterno controllato. Prima e dopo il digiuno secco i volontari furono sottoposti a molte analisi (dello stato del sistema cardiovascolare, digestivo, urinario, dello stato del metabolismo delle proteine, dei carboidrati, dei lipidi e dell’equilibrio idrosalino) e furono studiati i cambiamenti della regolazione neuroumorale del loro organismo. Sulla base dei dati rilevati, il ricercatore arrivò alla conclusione che un digiuno secco di 3 giorni non causava alcuna sofferenza ai sistemi dell’organismo.

Attenzione! Il fatto che i ricercatori abbiamo concluso che un digiuno secco di 3 giorni non sia pericoloso per la salute non significa che ad esso, ai suoi annessi e connessi non si debba prestare massima attenzione. Nell’intervista che il dottor Chorosilov ci ha gentilmente concesso nel 2019 egli osservava che durante il digiuno (sia secco che umido o idrico), raramente si registrano gravi problemi di salute, tuttavia essi possono verificarsi in seguito, a causa di un’errata o smoderata rialimentazione.

Al dottor Chorošilov non bastava essere arrivato alla conclusione che il digiuno secco dosato (3 giorni) non arrecasse danno perché era interessato a indagare anche se e quali potessero essere i benefici di detto metodo. Condusse quindi una sperimentazione clinica sottoponendo a digiuno combinato (cioè 3 giorni di digiuno secco e vari giorni di digiuno idrico) un gruppo di pazienti e arrivando a una serie di conclusioni, illustrate nella sua tesi di laurea (dove si riporta l’ elenco delle malattie per le quali l’autore raccomanda il digiuno combinato, prima secco e poi idrico o umido).
E’ ormai risaputo che, per efficacia, un giorno di digiuno secco equivale a tre giorni di digiuno idrico. Ma chi fu il primo ad affermarlo? Fu proprio il dr. I. E. Chorošilov nel 1994, in seguito al suo famoso esperimento su medici volontari di cui scrivevamo sopra.

I risultati ottenuti da Zakirov e Chorošilov nelle loro ricerche fornirono dunque le evidenze scientifiche che permisero ad altri medici della scuola di digiunoterapia russa di applicare con maggior coraggio il metodo del digiuno secco da solo o in combinazione con il digiuno idrico. In seguito, un grande contributo alla divulgazione del digiuno secco provenne anche da L. A. Ščennikov, V. P. Lavrova e S. I. Filonov che a partire dagli anni ’90 cominciarono ad appassionarsene e a sperimentare su di sé e sui pazienti in numerose pratiche, contribuendo con ciò ad approfondire gli aspetti del metodo, ad affinare l’ elenco di indicazioni e controindicazioni e a raccogliere elementi utili e fondamenti per estendere cautamente i tempi di pratica (fino a 11 giorni).

A quel tempo il Ministero della Salute non aveva ancora diffuso le linee guida sull’applicazione del digiuno a secco e questi ricercatori indipendenti condussero le loro sperimentazioni per lo più autonomamente, a loro rischio e pericolo. Ognuno di loro sviluppò un metodo proprio e a seconda del tipo di patologia arrivarono ad assistere pazienti in digiuni di durata di 7 giorni e fino a 11 giorni.

Il primo di questo ricercatori indipendenti ad essere riconosciuto ufficialmente fu Leonid Aleksandrovič Ščennikov. Nel 1993, dopo ripetute verifiche, le autorità gli concessero il brevetto per il “Metodo di riabilitazione dell’organismo”, un approccio terapeutico che includeva il digiuno secco per un periodo di 7 giorni e oltre, fino a 11 giorni. Tale metodo si prefiggeva il fine di “depurare l’organismo dai prodotti del metabolismo incompleto, causa di tossiemia, ripristinare lo stato immunologico naturale, aumentare le difese e la risposta immunitaria ad agenti esterni, smaltire le scorie provenienti da trattamenti farmacologici, prevenire ed eliminare le disfunzioni dell’organismo”. Prima di concedere il brevetto al suo autore, una commissione di esperti statali testò il metodo su un gruppo di 20 pazienti di età compresa tra i 20 e i 63 anni e affetti da varie patologie:
ipertensione, osteocondrosi, malattie cardiovascolari, cancro ai polmoni, asma bronchiale, calcoli renali, indigestione, ulcera gastrica, vene varicose, disturbi metabolici, malattie croniche dell’apparato ORL, immunodepressione, fibroma uterino.

La verifica avvenne in una struttura di cure termali. La commissione era composta da sei professori operanti in istituti medici statali. L’esperimento durò 14 giorni: 2 giorni di preparazione al digiuno, 9 giorni di digiuno a secco e 3 giorni di uscita. Durante questa pratica i pazienti furono continuamente sottoposti a una valutazione clinica approfondita delle loro condizioni, al monitoraggio dei parametri biochimici, immunologici e fisiologici. Furono registrati i cambiamenti degli indici del sangue, delle urine, della pressione sanguigna, del peso corporeo e di altri parametri. Alla fine della verifica la commissione di esperti confermò e documentò la presenza di rilevanti effetti positivi del digiuno a secco sullo stato di salute di 18 pazienti su 20. La commissione approvò quindi la larga applicazione del metodo Schennikov a fini di benessere fisico e prevenzione malattie. Finalmente, nel 2005, il Ministero della Salute della Russia incluse il metodo del digiuno secco nelle sue Linee guida, limitandolo a 3 giorni soprattutto nella variante del digiuno combinato (3 giorni di digiuno secco e giorni di digiuno idrico a seguire).

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