L’ epilobio – un rimedio naturale contro la prostatite

Bevanda tradizionale dei popoli della Siberia

L’ epilobio e’ una pianta selvatica diffusa in tutto il territorio della Siberia. Presso I popoli siberiani l’infuso di epilobio era considerato una bevanda tradizionale, largamente consumata fino agli inizi del 19 ° secolo quando fini’ per essere sostituita dal tè nero indiano. Prima di questo periodo in Siberia il te’ indiano non era conosciuto e la gente beveva esclusivamente tisane a base di bacche, epilobio e altre erbe o bevande derivate dalla fermentazione del miele. Una caratteristica del metodo siberiano di preparazione della tisana all’epilobio è il trattamento speciale delle foglie, molto simile alla lavorazione delle uve nella produzione del vino. Le foglie vengono lasciate appassire quindi sminuzzate e lasciate a riposo per due giorni in un ambiente riscaldato al fine di favorire il loro processo di fermentazione naturale. Successivamente il processo di fermentazione viene interrotto e le foglie vengono messe ad essicare. Proprio al processo di fermentazione la tisana deve il suo colore ricco e il suo aroma particolare, leggermente dolce con note fruttate e di miele. Tuttavia ogni produttore di preparati a base di epilobio ha I suoi segreti di lavorazione per rendere il proprio prodotto unico e irripetibile.

La tisana all’epilobio ha non solo proprieta’ dissetanti ma anche terapeutiche. Nella medicina popolare diffusa in Siberia da tempi remoti l’epilobio viene utilizzato per la cura delle malattie del tratto gastro-intestinale: gastrite, diarrea, infiammazioni gastriche. L’epilobio viene inoltre usato come tranquillante in casi di insonnia e stress emotivo.

L’epilobio nella medicina popolare in Europa e negli Stati Uniti

In Europa i primi accenni alle proprietà dell’epilobio si riferiscono al 16 ° secolo, mentre nella seconda metà del 20 ° secolo l’epilobio acquisto’ una grande popolarita’ come mezzo di prevenzione e trattamento di casi di prostatite grazie all’opera della famosa erborista austriaca Maria Treben. Ecco cosa scriveva la Treben nel suo libro “La salute dalla farmacia donataci dal Signore. Consigli e pratica di utilizzo terapeutico delle erbe”, pubblicato in tedesco nel 1994 e tradotto in 18 lingue: “Molti sofferenti di prostatite possono guarire grazie all’aiuto dell’epilobio, evitando di sottoporsi a interventi chirurgici. Se invece si e’ gia’ fatto ricorso ad operazioni, e’ consigliabile bere infusi di epilobio per eliminare il bruciore e altri fenomeni spiacevoli conseguenti all’intervento”. Nel suo libro la Treben descrive inoltre il caso di un paziente affetto da cancro alla vescica e conclude: “Da allora sono stata in grado di aiutare centinaia e centinaia di pazienti. Un farmacista a Monaco di Baviera mi ha mostrato un vecchio libro di farmacia dove l’epilobio, gia’ intorno al 1880, veniva citato come potente pianta medicinale. Purtroppo pero’ e’ stato destinato ad essere completamente sostituito dai preparati chimici.” 

Ecco la ricetta proposta da Maria Treben: versare 1/4 litro di acqua bollente su 1 cucchiaio colmo di erbe, lasciare fermentare per un po’ e assumere a stomaco vuoto mattina e sera mezz’ora prima dei pasti. I consigli di Maria Treben sono stati sostenuti da altri erboristi tedeschi e austriaci. Barbara e Peter Theis nel loro libro “Le erbe medicinali – una via per la salute” hanno scritto: “L’estratto acquoso della pianta ha dimostrato di inibire il processo infiammatorio e di avere un effetto curativo sulle patologie acute e croniche della prostata (…) l’infiammazione dell’uretere e l’ infiammazione cronica ricorrente della vescica e può anche servire come terapia di mantenimento dopo l’intervento chirurgico alla prostata”. I due erboristi notano inotre che l’epilobio puo’ venir consigliato anche alle donne che soffrono di irritazione o infiammazione acuta della vescica o del tratto urinario grazie alle sue proprieta’ anti-infiammatorie e il leggero effetto diuretico. 

L’effetto terapeutico dell’epilobio era noto anche nel continente americano. I nativi americani utilizzavano le radici e la parte superiore della pianta per uso esterno per il trattamento delle infezioni della pelle, e bevevano il te’ all’epilobio per arrestare le emorragie intestinali. Gli erboristi americani dei secoli 19-esimo e 20-esimo consideravano invece l’Epilobium angustifolium molto efficace nel trattamento delle malattie del tratto gastro – intestinale: dissenteria, diarrea, irritazioni e infiammazioni di natura diversa.

Attualmente in Austria, Ungheria e nella Repubblica Ceca si possono trovare in vendita alcune tisane a base di epilobio. Si tratta di preparati ufficialmente registrati e approvati come prodotti ad uso terapeutico e consigliati in casi di infiammazione della vescica e del tratto urinario associati alla prostatite nonche’ profilassi della prostatite. Nel rapporto dell’Agenzia europea per i Medicinali, pubblicato alla fine del 2015, si rileva che nella sola Austria le vendite di tè all’epilobio attraverso il canale delle farmacie raggiunge i 1000 -1500 kg all’anno (I dati fanno riferimento ai primi anni ’80 del 20 ° secolo).

L’epilobio e la cura della prostrata. Le conferme dei farmacologi.

Le proprieta’ anti-infiammatorie dell’epilobio sono note ai farmacologi da tempo. Nel 1986 il team di Hiermann A. riusci’ a isolare dalle foglie di epilobio “angustifolium” un flavanoide che dimostrava un effetto anti-infiammatorio piu’ potente dell’ indometacina, farmaco di sintesi noto per la sua azione anti-infiammatoria, analgesica e antipiretica. 

La prova degli effetti terapeutici dell’epilobio sulle cellule prostatiche umane fu ottenuta per la prima volta solo nel 2001, dal team della dott.ssa Annabella Vitalone del Dipartimento di Farmacologia della sostanza naturale e Fisiologia dell’universita’ La Sapienza di Roma, in una ricerca pubblicata nella rivista Il Farmaco. Nello studio si constata che l’estratto dell’epilobio della specie “angustifolium” inibisce significativamente la crescita delle cellule della prostata. Gli autori propongono diverse ipotesi relativamente all’azione inibitoria dimostrata dalla pianta: il motivo potrebbe andar ricercato nella presenza in essa di ellagitannini detti enoteina A e enoteina B o di flavonoidi. Le conclusioni cui pervengono gli scienziati sostengono pertanto l’approccio della medicina popolare, che da secoli utilizza l’epilobio nel trattamento e la prevenzione della prostatite. 

In un altro studio condotto dallo stesso team della dott.ssa Annabella Vitalone e pubblicato nel 2003 nella rivista Pharmacology, vengono esaminate le diverse specie di epilobio (E. rosmarinifolium, E. angustifolium e E. tetragonum) al fine di individuare gli effetti di ciascuna sull’inibizione della sintesi del DNA e la proliferazione delle cellule della prostata. La ricerca mette in rilievo l’effetto, in assoluto più potente, della specie angustifolium e la conclusione cui arrivano gli studiosi e’ che l’estratto della pianta potrebbe contenere, oltre all’enoteina B, altri principi attivi responsabili di tale azione. 

In una ricerca successiva, M. Celeste (Dipartimento di Farmacologia della sostanza naturale e Fisiologia, – Università La Sapienza di Roma), ha confermato che gli estratti di epilobio inibiscono la proliferazione delle cellule della prostata, dimostrando pertanto un’azione terapeutica in casi di prostatite. Il principio attivo, secondo l’autore, è l’enoteina B, il cui contenuto risulta fortemente dipendente dalla territorialita’ e dal luogo di crescita della pianta: l’estratto di e. angustifolium di origine canadese dimostra di contenere una quantita’ di enoteina B di 45 volte maggiore dell’estratto di e. angustifolium di origine europea. 

Nuove prove a favore delle proprieta’ terapeutiche degli estratti di speci diverse di epilobio sull’inibizione della proliferazione delle cellule cancerogene della prostata sono state prodotte nel 2013 da un team di scienziati dell’Istituto di Medicina di Varsavia. (v. link). Nella loro ricerca gli studiosi hanno dimostrato che tali estratti riducono di diverse volte la secrezione di antigene prostatico. 

Nel 2011 un team di scienziati provenienti da Polonia, Finlandia e Russia e operante presso l’Università di Medicina di Varsavia si e’ invece occupato di studiare quanto influisse sull’azione terapeutica il trattamento delle foglie di epilobio utilizzate per preparare l’estratto, giungendo alla conclusione che l’estratto dalle foglie non fermentate ha un effetto inibitorio sulla crescita delle cellule tumorali della prostata molto maggiore di quanto non sia l’effetto dell’estratto ricavato da foglie fermentate. 

I suggerimenti della medicina popolare per l’uso dell’epilobio al fine di trattare e prevenire casi di prostatite hanno pertanto trovato conferme e prove convincenti nelle ricerche farmacologiche in vitro degli ultimi 15 anni. 

Nonostante attualmente non siano disponibili risultati di studi clinici dedicati a questa pianta, in alcuni paesi si trovano gia’ in vendita gocce e compresse a base di epilobio. In Finlandia e negli Stati Uniti l’epilobio viene addirittura coltivato a scopi medicinali.

Epilobium angustifolium vs Epilobium parviflorum

La famosa erborista austriaca Maria Treben, cui molto si deve la popolarita’ dell’epilobio come rimedio naturale di profilassi e cura della prostatite, suggeriva di mettere in infusione e bere l’epilobio parviflorum, mentre, dell’epilobio angustifolium scriveva che essendo conosciuto dalla gente come Unholdenkraut (cioe’ erba del demonio) evidentemente non deve essere in alcun caso assunto ad uso terapeutico. D’altra parte nel rapporto dell’agenzia Europea per i Medicinali (EMA/HMPC/712510/2014) dedicato all’utilizzo dell’epilobio per la cura della prostatite, si segnala che in Austria, Repubblica Ceca e Ungheria entrambe le specie di epilobio vengono utilizzate cn successo nella medicina popolare a questo fine da piu’ di 30 anni.

 

Per quanto riguarda gli studi farmacologici, va inoltre aggiunto che la maggiorparte di essi riguardano nella fattispecie il tipo “angustifolium” , che come si scriveva sopra ha un effetto particolarmente potete sull’inibizione delle cellule tumorali della prostata. Ne consegue che proprio l’epilobium angustifolium si presenta particolarmente adatto per la profilassi e la cura della prostatite. Si puo’ supporre che Maria Treben, donna profondamente religiosa, abbia ritenuto opportuno escludere l’angustifolium dalla lista delle erbe officinali in ragione del nome con cui e’ diffuso presso il popolo – Unholdenkraut (erba del demonio).

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